Li nel declivio tra la riga verde del mare
e la foresta c’è una creatura millenaria che porta su ogni riga della pelle millenni
di storia.
Da quando Seth figlio di Adamo obbedì
all’angelo che gli chiese di mettere sulle labbra del padre morente tre semi
dai quali nacquero 3 alberi la storia si intreccia con la leggenda come il tronco
del nostro protagonista.
Partiva da Creta all’incirca un millennio
prima della nascita di Gesù una nave alla ricerca di nuove terre, una nave
spinta dall’avventura e dalla curiosità, desiderio di conoscenza come solo può
essere il piacere della bellezza e della scienza.
Sulla nave c’erano gli Japigi una antica
popolazione di provenienza Illirica.
Soffiava un forte vento di
sud est e la nave tagliava i flutti trasversali…troppo lontana Creta, troppo
lontana anche quella penisola allungata come un ponte tra due continenti…
Il mare non fa sconti, si
imbarca acqua cosa fare?…Non si puo’ tornare indietro; sperano i marinai per un
approdo si lasciano trasportare dal vento e finalmente si scorge una costa,
arrancano ma arrivano… come è attuale questa immagine , come è diversa la geografia,
la geo-politica…la terra davanti è semideserta… Dopo giorni di cammino incontrano
qualcosa che gli ricorda il pronostico dell’oracolo di Delfo: forse il
naufragio li ha portati li perché devono restare li.
Ma dopo ogni naufragio e
dopo ogni scoperta c’è ad aspettarci ancora oggi un ramoscello di ulivo e
allora… poco distante da quel gruppo di tombe dove dormono il sonno eterno ranicchiati
i resti di altri avventurieri, dando per scontato che la vita sia un avventura
continua che finisce in un loculo in posizione flessa fra l’addome e le cosce
come a proteggere un feto immaginario, si piantano dei semi, gli stessi del
labbro di Adamo e attecchiscono alberi tra cui il mitico ulivo millenario che
mi piace chiamare Olianto un insieme di Olivo e pianto come i miliardi di gocce
di pioggia che ha raccolto, che lo hanno fatto rabbrividere, sorridere,
contorcersi fino a diventare com’è oggi.
Se lo osservi bene e lo
tocchi li senti tutti questi momenti, ti
entrano dentro con tutto il suo soffrire e nella sua resilenza a sopravvivere
perché Olianto è come ognuno di noi lotta, soffre, sorride, produce ancora
frutti solo che noi distorti e invecchiati abbiamo un tempo più breve lui
invece è l’olivo millenario (3000 anni) della masseria Brancati che ci insegna
a resistere con dignità e con amore per rimanere vivi.